IPNOSI ERICKSONIANA
L’ipnosi ericksoniana prende il nome da Milton H. Erickson il quale nacque ad Aurum, Nevada, nel 1901, ma poi si trasferì nel Wisconsin.
La vita di Milton H. Erickson
La sua infanzia fu segnata dal daltonismo, dalla dislessia, mentre all’età di diciassette anni, il virus della poliomielite lo colpì per la prima volta causandogli la perdita della mobilità motoria. Egli impiegò i dieci anni successivi per riuscire a rimuovere gli arti e questo fu possibile anche grazie agli studi di medicina che intraprese durante la malattia. Nello stesso periodo, egli poté comprendere che la comunicazione umana era anche caratterizzata da piccoli movimenti corporei (comunicazione non verbale), ad esempio riusciva a distinguere un buon pianista non dal suono che produceva, ma dal tocco delle dita sui tasti e da come si muoveva sulla tastiera del pianoforte. Inoltre, a suo dire, l’essere stonato lo portò a prestare maggiore attenzione alle inflessioni e al tono della voce, anziché focalizzare sul contenuto della conversazione (Haley 1967). Il daltonismo ad Erickson fu utile nella realizzazione degli esperimenti per produrre la cecità cromatica mediante l’ipnosi.
L’ipnosi ericksoniana funziona?
L’ipnosi ericksoniana funziona grazie anche alla ricerca universitaria durata 30 anni. Ai soggetti posti in trance ipnotica vennero mostrati dei fogli di carta bianca ed essi ebbero allucinazioni di colori sui fogli stessi. I fogli bianchi li resse Erickson, il quale non era in grado di distinguere i colori né nello stato vigile, né nello stato ipnotico. L’unico colore che riusciva a distinguere era il rosso porpora ed egli portava cravatte, camicie, pigiami dello stesso colore. Amava dire che la terapia è un mezzo per aiutare i pazienti ad estendere i loro limiti e ha dedicato a questo tutta la vita (ibidem).
Vita: periodo di malattia
Quando fu colpito dalla poliomielite, gli dissero che non sarebbe mai più stato in grado di camminare. Egli, a quel punto, passò un anno a cercare di ottenere dei movimenti muscolari delle gambe fino a poter camminare con le grucce, riuscì persino a trovarsi un posto di lavoro, seduto, in una fabbrica di conserve, per contribuire a pagarsi l’università. Erickson scoprì il fenomeno della “legge dell’ideodinamismo” (Bernheim 1897), egli racconta:
“…ero seduto su una sedia a dondolo e sentivo un forte desiderio di guardare fuori dalla finestra. La sedia si mise a dondolare nonostante io fossi completamente paralizzato! […] presi a utilizzare questo metodo muscolo per muscolo, articolazione per articolazione” (Megglè 1998).
Il viaggio
Dopo il primo anno di Università, il medico gli consigliò di fare degli esercizi fisici al sole, per le vacanze estive, ma senza usare le gambe. Egli convinto che un viaggio in canoa costituisse un buon esercizio fisico, parti in giugno, con una canoa di cinque metri, indossando un costume da bagno, una tuta e un fazzoletto annodato sulla testa, al posto del cappello. Quindi non aveva la forza sufficiente per tirare la canoa fuori dall’acqua e per quel viaggio i viveri erano solo un sacchetto di fagioli, uno di riso e pochi utensili per cucinare. Con sé porto soltanto due dollari e trentadue centesimi. Con tutto ciò, da giugno a settembre, viaggiò per i laghi di Madison, passò nel fiume Yahara, nel fiume Rock, arrivò al Mississippi e lo discese fino a poche miglia da St. Louis; poi risalì il fiume Illinois, passò nel fiume Rock di nuovo attraverso il canale Hennepin per poi ritornare a Madison. Alla fine dell’estate, Erickson aveva percorso la bellezza di oltre mille e novecento chilometri, quasi senza provviste e denaro, senza la forza per trasportare la canoa oltre le dighe che sbarravano la strada. Egli non voleva chiedere direttamente aiuto a nessuno, per cui arrangiava le situazioni a proprio vantaggio, in modo tale che fossero gli altri a offrire il proprio aiuto spontaneamente.
Egli stesso raccontava:
“mi portavo a distanza di voce da una barca da pesca. Poiché ero molto abbronzato e portavo in testa quel fazzoletto annodato, i pescatori si incuriosivano e mi chiamavano per farmi qualche domanda. Allora spiegavo che ero studente di medicina all’università del Wisconsin, e che viaggiavo in canoa per motivi di salute. Quelli che mi chiedevano come andava la pesca. Io rispondevo che era ancora presto. Invariabilmente, al termine della conversazione, mi regalavano un pesce, sebbene io non ne chiedessi mai. Di solito, volevano regalarmi dei pesci gatto, ma io li rifiutavo sempre. I pesci gatto si vendono a prezzo abbastanza elevato, e loro pescavano per guadagnarsi da vivere. Quando rifiutavo i pesci gatto, mi regalavano una quantità doppia o tripla di persici del Mississippi” (Ibidem).
La vita professionale
Al ritorno, Erickson possedeva una buona forma fisica, la sua circonferenza toracica era aumentata di quindici centimetri; era in grado di nuotare per un chilometro e mezzo e di remare contro una corrente di sei chilometri orari, dall’alba al tramonto. Ed aveva raggiunto la capacità di trasportare la propria canoa oltre una diga. Dopo aver conseguito la laurea in medicina al Colorado General Hospital, e aver compiuto la specializzazione, accettò il posto di psichiatra al Rhode Island State Hospital; pochi mesi dopo, nell’aprile del 1930, entrò a far parte del personale del Research Service al Worcester State Hospital and Infirmary diventando rapidamente Capo Psichiatra. Quattro anni dopo si trasferì a Eloise in Michigan, come Direttore della Psychiatric Research and Training al Wayne County General Hospital and Infirmary. Dopo poco tempo divenne anche Visiting Professor di psicologia clinica presso la Michigan State University di East Lansing. Ad Eloise, effettuò la sua sperimentazione più ampia con l’ipnosi per la preparazione dei medici psichiatri residenti (Haley 1967).
Il curriculum
Erickson conseguì, contemporaneamente la laurea in psicologia e la specializzazione in psichiatria, quindi fu membro dell’American Psychiatric Association, dell’American Psychological Association e dell’American Psychopathological Association, e infine fu membro onorario di numerose società d’ipnosi medica d’Europa, dell’America Latina e dell’Asia. Fu presidente e fondatore dell’American Society for Clinical Hypnosis e il fondatore e il direttore della rivista a essa correlata.
Nuovo periodo di malattia
Nel 1952 fu colpito da un altro ceppo di poliomielite. Questa volta gli arti interessati erano il braccio e il fianco destro, in risposta a questa situazione, egli entro un anno compì una delle più difficili escursioni tra le montagne dell’Arizona, aiutandosi con due bastoni. Lasciò Eloise e si stabilì a Phoenix, soprattutto per motivi di salute. Nella casa dove viveva con la moglie e gli otto figli trasformò il soggiorno in studio, dando ai suoi pazienti la possibilità di conoscere l’ambiente familiare. La stanza nella quale riceveva i pazienti era modesta, conteneva un tavolo, qualche sedia, una libreria e un quadro dei suoi genitori, che morirono ultranovantenni, e tutt’intorno ricordi familiari passati accumulati nel corso degli anni.
Un giovane tirocinante una volta gli chiese come mai un personaggio della sua levatura avesse uno studio cosi modesto, egli rispose che all’inizio della sua attività erano presenti un tavolo e due sedie, egli disse: “però, c’ero io” (Ibidem).
Svolgeva la sua attività a casa
Oltre ad esercitare il rilassamento ericksoniano, Erickson svolgeva in casa sua anche la dirigenza di “The American Journal of Clinical Hypnosis” con la collaborazione della moglie. Si sposarono nel 1936 e con lei ebbe cinque figli che si aggiunsero ai tre figli che Erickson ebbe dal precedente matrimonio.
Ecco perché conosciamo l’ipnosi ericksoniana
Molti suoi colleghi ebbero la convinzione che gli studi non fossero presentati adeguatamente negli ambienti psichiatrici. Così Gorton (Ibidem), nel 1957 si assunse il compito di raccogliere tutti i dati sperimentali scritti, integrandoli con le registrazioni delle sue conferenze e di materiale introduttivo per spiegare i procedimenti clinici. Nel 1958, Gorton tenne una riunione a Philadelphia con Erickson, André M. Weizenhoffer e J. Haley per discutere sulla redazione dell’opera. Ad Haley fu dato il compito di curare la prefazione clinica e a Weizenhoffer di integrarla, grazie alla sua esperienza in ambito sperimentale. L’intento di Gorton consistette nel creare delle procedure che potessero essere comprese, anche se non accettate, da un ambiente accademico psichiatrico. Gorton morì improvvisamente nel 1959, al suo posto assunse l’incarico Weizenhoffer, il quale nonostante dedicasse molto tempo e grande impegno non riuscì però a concludere l’opera. Nel 1966 venne chiesto a J. Haley di terminare il lavoro.
Le tecniche analogiche ericksoniane furono evidenziate nell’opera di che terminò nel 1967, con il titolo originale Advanced Techniques of Hypnosis and Therapy, nella quale mise, in accordo con Erickson, gli articoli principali sull’induzione della trance, sulla sperimentazione e sulla tecnica clinica (ibidem) e giungono fino ad oggi sotto il nome i Psicoterapia e Ipnositerapia ericksoniana.